Utilizzare criticamente Google Translate (Traduttore)

Posted: 12th febbraio 2013 by iperscrivo in Senza categoria
 

Tanti studenti sono a conoscenza dell’esistenza di Google Translate, ma pochi sono in grado di usarlo per quello che realmente è, cioè un semplice traduttore di vocaboli e nulla più, vocaboli da prendere sempre con le molle. A volte basterebbe avere l’accortezza di fare la controprova, cioè dopo che si è tradotto dall’italiano all’inglese provare a invertire le lingue e tradurre il risultato appena ottenuto dall’inglese all’italiano, per vedere se si ritorna al punto di partenza oppure no. Ma, ripeto, per far questo bisogna prima sapere che la tecnologia non risolve di per sé tutti i problemi.

Google traduttore offre anche dell’altro: la possibilità di ascoltare i termini in inglese (non è il massimo con una voce ancora robotica, ma sempre meglio di orride letture), la possibilità per gli stranieri di ascoltare la pronuncia italiana (si può ascoltare anche l’italiano), la possibilità di partecipare alla costruzione della frase, verificando le alternative e correggendo il testo suggerito da Google. Insomma come strumento didattico non è tutto da buttare. Unico problema: alzi la mano quel docente che non lo abbia solo demonizzato e abbia fatto sperimentare sotto la sua supervisione un utilizzo critico e ragionato del traduttore di Google?

Si parla tanto di competenze, in questi anni, e competenza significa proprio non tanto conoscere uno strumento (cosa che, nella terminologia ministeriale, costituisce appunto una “conoscenza”) o saperlo usare (una “abilità” o “capacità”), ma saperlo usare consapevolmente, cioè rendendosi conto di quali sono i rischi e i benefici. Questa è la competenza di cui tanto parlano al Ministero.

Che poi queste stesse competenze al Ministero se le sognino, finendo per tradurre “pecorino” con “pecorina” (riferito alla posizione del sessuale) e facendosi ridere dietro da mezzo mondo, direi che è emblematico della situazione in cui versa la scuola italiana.

 

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