l’Ipertesto

Posted: 4th novembre 2012 by iperscrivo in Senza categoria
 

L’Ipertesto è la rappresentazione di un testo tradizionale che permette di ampliare fortemente le possibilità di una lettura più ricca attraverso il contributo di qualsiasi altra forma di comunicazione (i media) possibile.
La facilitazione della rottura dello schema lineare e sequenziale della “lettura-scrittura” intesa in maniera classica propri della civiltà cibernetica attuale, con la variabilità e pluralità dei canali comunicativi e la possibilità di evidenziare immediati riferimenti, durante “la lettura-scrittura” costruendo percorsi esplorativi alternativi.
Ted Nelson nel 1965 usò il termine hypertext, per indicare qualsiasi sistema di scrittura non lineare che utilizzi l’informatica.

Oggi la diffusione on line presenta vantaggi molteplici non ultimi quelli economici e della interattività in tempo reale del processo.
Contemporaneamente e inizialmente vi sono limiti. E’ un limite per chi non acquisisce contemporaneamente l’alfabetizzazione tecnologica necessaria per la lettura degli ipertesti che espressi e prodotti solo attraverso i dispositivi tecnologici che li propongono.
Le risorse naturali di accesso sono sempre quelle, i nostri cinque sensi, ma questa volta sono necessarie, se si desidera comunicare per ipertesto, due competenze da acquisire, quelle della conoscenza degli elaboratori di testo (e immagini) e quelle tecniche che ne permettono la lettura in modalità multimediale.

L’Ipertesto fa parte quindi della tecnologia della comunicazione multimediale che ha modificato la lettura e la scrittura testuale classica su almeno tre fronti:

1) la facile organizzazione dei canali che veicolano l’informazione (oltre a quello video, figurativo, rappresentativo, il testo scritto-parlato, quello audio musicale o sonoro in genere;

2) l’organizzazione integrata, all’interno del multimediale, di più canali comunicativi combinati.

La scrittura e la lettura, hanno da sempre, si può dire, rappresentato eventi originali e in qualche modo creativi ma i criteri di scelta dell’organizzazione ipertestuale attuale, hanno ampliato incredibilmente questi aspetti.
Realmente oggi, si possono combinare le interazioni tra i diversi modi di comunicare, facendo scendere in campo, contestualmente, anche tutti gli altri. Questa facoltà ha aperto uno scenario che sembra senza confini.
La nuova multimedialità della rete internet è oggi quella dei social group, per la propria globalità e diversità comunicativa.
In particolare questa connotazione è ancora più evidente se poi la strutturazione del database dell’ipertesto, attraverso la parola, l’icona, il simbolo “chiave” del rimando, è collegato in maniera sapiente ad una rete informativa più vasta (Intranet, Internet).
È stato detto dell’ipertesto: “una combinazione fra un testo in linguaggio naturale e la capacità del computer di effettuare diramazioni interattive” (Nelson).
L’Ipertesto può presentare però anche risvolti negativi, quella della ridondanza dei messaggi, quello di creare occasioni di confusione mentale facendo perdere il senso di posizione, di direzione e di decisione circa l’obiettivo della “lettura-scrittura”.
In un insieme vasto e non lineare di fonti, i canali informativi possono generare dei sovraccarichi di esposizioni comunicative. L’’impegno e la concentrazione richiesta, per seguire una trama di informazioni sì ricca di possibilità e di contenuti, può diventare aggressiva anche con la richiesta pressante di operare scelte immediate. Come c’è uno scritto testuale cattivo, rozzo, non valido, ci sono in ipertesti con gli stessi attribuiti negativi di un testo di tipo convenzionale. Vi sono poi gli “hachers” e disturbatori vari.

A livello didattico e culturale in genere, l’Ipertesto possiede in ogni caso una valenza cognitiva e comunicativa ancora maggiore di quella mediata dal semplice testo scritto o “monomediale”. L’Aida di Verdi produce una grande comunicazione visiva e uditiva, siamo già sulla strada del multimediale ed è già una comunicazione eccezionale, manca però, il testo scritto (il desueto “libretto”?) in contemporanea, gli approfondimenti ed i rimandi.
Sono fatti dal nostro cervello, forse. Ma da un cervello che già sa e può riempire le assenze. Realizzare o ideare poi uno spettacolo tipo “Aida” non è da tutti i giorni…
Ma la comunicazione è come Giano bifronte di classica memoria, inscindibile nella sua dualità, lettura-scrittura. Non si può solo vedere, è necessario anche decriptare il messaggio e possedere le abilita della scrittura.
Leggere è necessario anche saper scrivere, sembra una fase banale.
Se è vero che si scrive per varie ragioni non è altrettanto facile leggere. Si scrive a tutti i livelli (e fin’ora chi sa leggere sa anche scrivere), almeno concettualmente, dobbiamo dire che oggi le cose potrebbero essere cambiate e diventare complesse.
Si è avuto, infatti, la possibilità di poter comunicare, di scrivere, di produrre facilmente, in contemporanea con i diversi mezzi della comunicazione disponibile.
Non più la lettura appartenente a campi separati e laddove fosse egemone l’uno, l’altro doveva ritagliarsi ruolo e spazio alternativi per essere letto. Normalmente, infatti, si legge con gli occhi, naturalmente, senza strumentazione (non gli occhiali), perché per scrivere, per produrre la comunicazione, è stato sempre necessario possedere lo strumento e la capacità (eccezion fatta per la comunicazione non verbale che però non si è potuta mai combinare facilmente fin’ora col testo scritto perché cambiando veste, diverrebbe un’altra cosa).

Questa condizione già nel passato è stata evidente, chi sapeva martellare ed utilizzare la pietra, scriveva, coi i simboli scriveva, con i colori anche, scriveva con i “nodi”, scriveva cioè editava forme comunicative le più disparate e gli strumenti erano elementari facili da usare e disponili facilmente. La penna d’oca, la stilo, la biro la macchina da scrivere, c’è chi non sa scrivere con la macchina da scrivere o non lo ha come strumento facile da usare.
Oggi c’è il computer. Molti non sanno scrivere con il computer. Oggi (non molti), sanno costruire un ipertesto anche se sono in grado tutti di leggerlo se non trovano un operatore a disposizione. L’Italia è un paese di scrittori e di poeti, palesi o nascosti. Chi non ha mai sognato di essere o poter diventare una grande firma? Si legge e si scrive, oggi come ieri ma oggi si comincia anche a leggere e scrivere in maniera diversa.
L’Italia non sarà più il paese dei poeti e scrittori? Tutti lettori però, sicuramente, più o meno bene, ma due sono i gruppi di scrittori, quelli che sanno scrivere e quelli sanno scrivere e comunicare in un sol modo.
Oggi la scrittura, esulando dai campi dove è necessaria solo ancora quella di tipo ordinario, potrebbe rappresentare una discriminante culturale e sociale.
Può essere zittita la voce di chi non sa scrivere e leggere ed è incapace di rappresentarsi le cose in un certo modo.
Le nuove leve si assopiscono già adesso dopo tre righe di lettura ordinaria, non parliamo della scrittura, è anche un problema educativo, senz’altro.
È necessaria, però, prima o poi una nuova alfabetizzazione, quella della progettazione e della realizzazione di sistemi di scrittura multimediale(ci sono facili programmi per farlo).

Il nuovo strumento oltretutto permette non solo di comunicare, ma anche di trasformare ed elaborare per noi la conoscenza ed i sui significati in una maniera inusitata, di scoprire insieme alle nuove frontiere comunicative anche nuove frontiere cognitive, non solo per appagare un desiderio creativo, perché in noi la spinta,per camminare insieme alla storia.

 

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