Proprio ora sono tornato dal convegno promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale della Campania (era presente il direttore generale: Diego Bouché) e l’AICA tenutosi a Napoli al Polo tecnico “Fermi-Gadda” corso Malta 141.

Il convegno ha snocciolato dati sull’importanza delle competenze e il riconoscimento delle competenze a livello Europeo. L’intervento delle varie figure girava comunque sulla certificazione dell’AICA che ha quindi proposto questo convegno ai fini solo propagandistici e pubblicitari. Sono passate slides sui costi dei singoli esami o di certificazioni complete. Alcune argomentazioni sono partite dalla informatizzazione dei bambini i cosiddetti “Digital Native” e alle raccomandazioni e competenze chiavi richieste dall’Europa. Bei discorsi… ma io mi sono focalizzato su due aspetti promossi al convegno. La spendibilità europea delle certificazioni! Bene se le certificazioni sono diffuse a livello europeo significa che sono migliori di altre… Ben inteso i loro dati non sono valutabili e quindi se l’AICA promuove le competenze ECDL come le uniche valide in europa, significa che essa stessa è presente in altri stati europei e che altri cittadini europei si servono delle loro certificazioni. In questo modo se un cittadino italiano in possesso di una loro certificazione, poi questa al vaglio per un assunzione in una ditta poniamo della Germania, verrà valutato al pari del cittadino Tedesco con una certificazione tedesca.

Bene spero di essermi espresso adeguatamente per la spendibilità della certificazione, verso il termine del convegno si è illustrato la validità della certificazione “IT Administrator” adducendo che ad un impresa avere una figura professionale con tali competenze avrebbe portato un beneficio in termini di produttività del 75%.

Bene secondo il mio modesto parere, di tutte le belle parole spese al convegno, non ho sentito percepito l’aggancio con il territorio. E’ mancato l’aspetto “Glocale”, troppo europeismo, aggancio alle “raccomandazioni” ma pochi riferimenti alle realtà territoriali. Faccio un esempio sulle competenze ai fini lavorativi. Presentando la certificazione come “bene europeo” sembra che l’apertura all’Unione permetta la migrazione in altri stati con molta più facilità. Con la nostra realtà lavorativa,  in particolare del meridione, dove prevale ancora l’impresa individuale, al massimo “nano imprese” non mi spiego che significato avrebbe la certificazione  ”IT administrator”! Una figura che ha poca valenza nella nostra realtà, ma sicuramente necessaria in aziende medio-grandi come quelle dell’Europa.

Posso quindi affermare che il messaggio che potrebbe essere passato al convegno è quello che la certificazione delle competenze, sempre che sia riconosciuta a livello Europeo “messaggio AICA”, (e vi confermo che non esiste una certificazione unanimemente o europeo riconosciuta) permette ai futuri cittadini di poter agevolmente emigrare in un paese “membro” per sfruttare le sue competenze, tanto da noi, con l’evoluzione della disoccupazione a livelli record, vi è poca spendibilità.

Posso concludere con un motto? “Certificatevi ed emigrate”…

 

 

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